L’ elefante
Da
un racconto di Paolo Mazzarello . La storia
dell’elefante imbalsamato , donato da Napoleone all’
Università di Pavia e che verrà esposto al museo Spallanzani di prossima
apertura.
Era mio padre il capobranco sempre in testa
Con le sorelle lo seguivo a testa bassa
Era bello attraversare la foresta
Ci scambiavamo getti d’acqua fresca
E non so bene come poi sia capitato
Mi son trovata prigioniera in un fossato
E da quel giorno è cambiata la mia vita
Su quella nave , incatenata
Nell’immensità dei mari
Sulle rotte dei mercanti di schiavi
levo al cielo il mio barrito
Ma verrà un giorno, su mia madre l’ ho giurato …..che sarò
Finalmente libera
Sotto un sole che mi illumina
Spezzerò le mie catene
Le mie orecchie come vele
Corro corro via leggera
Sento in faccia il vento fresco della sera
Via senza paura
Incontro a una fantastica avventura
Per le valli e le pianure sempre in marcia
Fino alla corte di Luigi re di Francia
Coccolata dalle audaci nobildonne
Che accarezzano la mia rugosa pelle
ma nel cuore c’ è il Bengala
e quell’India così lontana
levo al cielo il mio barrito
ma quel giorno, ho deciso, è arrivato …. E sono
Finalmente libera
Sotto un sole che mi illumina
Ho spezzato le catene
Le mie orecchie come vele
“ L’elefante più non c’è
È scappato via chissà dov’ è “
È il grido del guardiano
che arriva da lontano
Corro corro via leggera
Sento in faccia il fresco della sera
Via senza paura
Incontro a una fantastica avventura
E anche adesso che mi
trovo in galleria
Inpaià
mas disa chi a Pavia
Nonostante sia costata la mia vita
Di quella fuga ancora non mi son pentita