TEODOTE*
Io l’ho veduta fra le altre ancelle
capelli biondi fino alle caviglie,
l’azzurro dei suoi occhi sotto il velo
ha la stessa luce del nostro cielo.
Ho sollevato il velo sulla sua bocca
come un soffio di vento alza la nebbia,
un nome ha mosso appena le sue labbra
ma mi ha travolto come la tempesta.
Ed io che sono il vostro re
o gente longobarda
che difendo la mia città
dal nemico in battaglia
che non ho avuto mai pietà
con chi mi è traditore
non mi so più difendere
da questo amore.
Più non mi passano le ore a corte
ma finalmente quando si fa notte
rasento i muri di cui sono il re
e come un ladro fuggo verso te,
lì nascosto dietro al monastero
aspetto un segno e che sia tu davvero
dietro a quell’ uscio sotto il manto bianco
è tua la voce e cado nell’incanto.
Ed è così difficile
ed è così un tormento
che nel mio regno non sia tu
Regina qui al mio fianco,
tu che poi corri a piangere
davanti al Cristo in croce
per colpa di un amore che
non ti sa dare pace,
ma già si leva il grido di battaglia
e di dolore d’ogni madre e figlia.
Guido l’assalto sotto l’armatura
la gente trema dietro a quelle mura
e già ritorno ancora vincitore
decapitato è l’usurpatore
e nel tripudio della mia Ticino
ringrazio Iddio e brindo al mio destino.
Non riesco a non pensare a te
immersa nel silenzio
e a quanto desiderio c’è
sotto a quel manto bianco.
Allora dunque aiutami
ad amarti meglio
perché adesso adesso io
posso amarti soltanto.
* TEODOTE, figlia di TEODORO, ancella della regina ERMELINDA, divenne amante del re CUNIPERTO che la sistemò nel monastero che da lei prese il nome , in cui rimase fino alla morte avvenuta intorno al 735 .